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Percy Williams Bridgman
COME STANNO LE COSE
(The Way Things Are)

a cura di Margherita Marcheselli

Presentazione di Ernst von Glasersfeld
Postfazione di Felice Accame

Traduzione di Dafne Calgaro


Collana Ideologia e conoscenza

ISBN 978-88-96487-22-8

pp. 287 Euro 30,00

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Quella che presentiamo è la traduzione italiana dell'ultimo testo licenziato dall'autore prima della sua morte e sembra rappresentare una meditata summa della sua cinquantennale attività. Raramente – forse mai –, un fisico è andato tanto in profondità nel mettere in discussione gli strumenti del proprio mestiere a partire dalle forme narrative del resoconto che l'accademia vorrebbe ben neutralizzate nell'impersonale. Bridgman può dire davvero Come stanno le cose perché, prima che alle cose, rivolge la sua critica radicale alle categorie e alle parole con cui pratica quotidiana e procedura scientifica vestono e rivestono le cose stesse. L'operazionismo teorizzato da Bridgman – espresso con entusiasmante chiarezza anche in opere come La logica della fisica moderna, 1952 (1927) e La natura della teoria fisica, 1965 (1936), presentate al pubblico italiano da Vittorio Somenzi – costituisce un potente antidoto contro gli abusi del linguaggio scientifico e contro le speculazioni filosofiche sulle apparentemente paradossali conclusioni della fisica del Novecento, ed è stato un termine di confronto essenziale per studiosi provenienti dai più diversi ambiti disciplinari. Tra questi, in Italia, vanno ricordati Silvio Ceccato e Giuseppe Vaccarino – che, con Somenzi, hanno dato vita alla Scuola Operativa Italiana –, Bruno Cermignani e Umberto Curi.

 

Percy Williams Bridgman (1882-1961), fisico statunitense premio Nobel 1946 per i suoi studi sulle alte pressioni, ha continuamente accompagnato la propria ricerca sperimentale con un contrappunto sul metodo, con la rigorosa riflessione sulle effettive operazioni dello scienziato e sulle sue responsabilità politiche senza mai negarsi alla discussione serrata con i suoi contemporanei, soprattutto con Einstein. Con il quale, insieme ad altri nove scienziati (tra cui Max Born, Leopold Infeld, Frédéric Joliot-Curie, Linus Pauling e Bertrand Russell), firmò nel 1955 un manifesto contro le armi di distruzione di massa in generale, e contro le armi nucleari in particolare.

INDICE

PREFAZIONE

I. INTRODUZIONE


II. PAROLE, SIGNIFICATI, ANALISI VERBALE


III. ANCORA SULLA METODOLOGIA PRELIMINARE

LE OPERAZIONI IN GENERALE
OPERAZIONI BUONE E CONVENZIONI
PERCORSI DIVERSI VERSO LO STESSO RISULTATO
LE OPERAZIONI DI VERIFICA
L’OPERAZIONE PER VALUTARE LA STESSITÀ
IL FUTURO E L’OPERAZIONE DELL’ATTESA
PROGRAMMI
IL RUOLO DI CHI ESEGUE LE OPERAZIONI
LIVELLI DI OPERAZIONI

IV. LOGICA, PROBABILITA', ARGOMENTI COLLEGATI

CONSIDERAZIONI GENERALI 75
IL SIGNIFICATO DI “TUTTO”, “QUALSIASI”, “OGNI"
SUL CONTARE
LA PROBABILITÀ IN GENERALE
L’INDUZIONE
LA PROBABILITÀ COME NON ANALIZZABILE
LA PROBABILITÀ COME UN NUMERO
APPLICAZIONI DELL’ANALISI PROBABILISTICA

V. ALCUNI ASPETTI DELLE SCIENZE FISICHE

IL RUOLO DELL’ESPERIMENTO
SUGLI STRUMENTI IN GENERALE
LA MISURAZIONE E GLI STRUMENTI DI MISURA
IL MONDO ESTESO CON GLI STRUMENTI
IL CONCETTO DI CAMPO
STRUMENTI AUTOMATICI
LA VELOCITÀ ISTANTANEA
SULLA VELOCITA’ IN GENERALE E SULLA VELOCITA’ DELLA LUCE
ALCUNE IMPLICAZIONI DELLA TEORIA QUANTISTICA
STATO DEL SISTEMA
PARTICELLE
CREAZIONE E SPAZIO VUOTO
EVENTI

VI. AI CONFINI DELLA PSICOLOGIA

LA TESI DELLA SUFFICIENZA DELL’ANALISI ATOMICA
LE DIFFICOLTà DELLA TESI DELL'INSUFFICIENZA
DELL’ANALISI ATOMICA
SIGNIFICATO E COMUNICAZIONE
LA REAZIONE DEL COMPORTAMENTISTA
ALLA TESI DELLA SUFFICIENZA DELL’ANALISI ATOMICA
LE PAROLE INTROSPEZIONALI NELLA MODALITA’ PRIVATA
L’OPERAZIONE DELLA PROIEZIONE
UN’ANALISI DETTAGLIATA DI ALCUNE PAROLE INTROSPEZIONALI
LA NATURA DEL MONDO DELL’INTROSPEZIONE
LA LOGICA DELL’ACCORDO
IL PROBLEMA DEL SOLIPSISMO

VII. IMPLICAZIONI SOCIALI

LA SOCIETÀ COME SOMMA DEI SUOI INDIVIDUI
LA SOCIETÀ COME TEATRO DI NUOVE FORZE
IL PROBLEMA DELLA MORALE
CODICI MINIMI
IL CODICE MARXISTA
IL PRINCIPIO DEL VALORE DATO PER IL VALORE RICEVUTO
LA SCIENZA E LO SCIENZIATO
CONFORMITA' E ACCETTAZIONE
LE ESAZIONI DELLA SOCIETÀ
LA TASSAZIONE
IL SERVIZIO MILITARE
ALTRI CODICI MINIMI
IL DIRITTO

VIII. IN CONCLUSIONE

Note

Nota bibliografica

Indice dei nomi e degli argomenti

Presentazione dell’edizione italiana di Ernst von Glasersfeld

Postfazione di Felice Accame

Recensione di G. Corbellini su Domenica de IlSole24ore. [sotto, si legge male e cercheremo al più presto di fornire il testo digitalizzato]

Diamante del libero pensiero, questo il titolo. Felice Accame ha prontamente risposto. Così:

Felice Accame
Il diamante artificiale del libero pensiero

Riassumere vita e pensiero di qualcuno implica – come in ogni riassunto – una selezione di elementi eletti al rango di rappresentativi. In teoria, la selezione, ovviamente, è libera; in pratica, occorre che il racconto che ne risulta sia coerente affinché i singoli elementi scelti non appaiano “decontestualizzati”, “appesi nell’aria”. Come distinguere, allora, chi ci somministra un riassunto corretto da chi contrabbanda interessi propri strumentalizzando vita e pensiero altrui ? Dal fatto che il primo dichiara i criteri della propria scelta, mentre il secondo è costretto a guardarsene bene - come Gilberto Corbellini in questa circostanza, per esempio.
Da sempre – o, almeno, da un po’ di tempo a questa parte –, preoccupato dalle “minacce portate alla libertà della scienza direttamente in Occidente” – “dove la scienza concorse a far nascere la libertà dei moderni”,  Corbellini non poteva che salutare festosamente la pubblicazione di Come stanno le cose di Percy W. Bridgman. Tuttavia, tutto il pensiero metodologico di Bridgman – tutta la critica da cui questo pensiero nasce - a Corbellini appare poca cosa a fronte di quei suoi studi sulle alte pressioni che gli valsero il Nobel, - studi tramite i quali, fa notare, nel 1955, si poté produrre diamanti artificiali (eccolo il motore metaforico del titolo) – e della sua ferma opposizione contro gli “stati totalitari”. Da domenicalista confindustriale particolarmente confindustrioso, Corbellini dimentica opportunamente le opinioni di Bridgman sugli Stati Uniti e, da nuclearista (cfr. Scienza, Bollati Boringhieri, Torino 2013, pagg. 67-68),  evita di ricordare che Bridgman fu uno degli 11 firmatari del documento Russell-Einstein contro la bomba atomica.
Per lui Bridgman è un “libertario” – che purché non si traduca in “anarchico” mantiene valenza positiva – ed un “individualista” – che purché si contrapponga a “collettivista” mantiene valenza positiva – e, infine, un “antiideologico” – che purché non si specifichi meglio (“contro qualsiasi valore” ? E come fa qualcuno ad essere “contro” tutti i valori nessuno escluso ?) rappresenta il massimo della valenza positiva.
All’altro Bridgman, dopo essersi riparato dietro il ricordo di Vittorio Somenzi – un Maestro deliberatamente frainteso prendendone solo ciò che gli torna comodo e mettendo sotto il tappeto della memoria tutto quello che porrebbe in dubbio il suo stato di Maestro –, Corbellini può tirare le sue sassate: lo può pertanto accusare di un “sostanziale impianto dualista” e degli annessi “rischi di involuzione soggettivista”, nonché di “autoreferenzialità epistemologica” – un’autoreferenzialità epistemologica “in senso alto”, ovviamente, perché chissà che guaio se fosse stata “in senso basso” – senza tuttavia portare uno straccio di argomento a supporto di questi  giudizi. Dice che Bridgman non è affatto “antirealista” e tuttavia – senza timore di contraddirsi – sembra felice come uno scolaretto del costruttivismo perché Bridgman farebbe “piazza pulita” di “pseudoproblemi” come quello del “realismo” (e come quello del “libero arbitrio”).
Come una Chiesa nel “libero” stato del capitale, Corbellini osta il comunismo come il costruttivismo – vedendo nel secondo un residuo genetico del primo in virtù del fatto che né del primo e né del secondo ha un’idea diversa da quella che gli fa comodo avere: “purghe” da una parte e idealismo dall’altra – l’uno funzionale alle altre. E’ così che il costruttivista radicale Ernst Von Glasersfeld può finire nello stesso libro nero in cui sono finiti Stalin e Pol Pot.
Non sarà granché come allievo di Somenzi, ma, in compenso, Corbellini si rivela un ottimo allievo di Bruno Cermignani. Infatti, riprendendo quanto spiegato in una nota dell’Introduzione a La critica operazionale della scienza(Boringhieri, Torino 1969, pag. 12) Corbellini non parla di “operazionismo” di Bridgman e neppure usa dell’aggettivo “operativo”, ma parla di “operazionalismo” e di “operazionale”. Che gli argomenti a suo tempo addotti da Cermignani (perché “operazionale” sta a “operazione” come “funzionale” sta a “funzione” – embé ?) lascino a desiderare non lo può preoccupare più di tanto, perché a lui tanto basta per allontanarlo dalle cattive compagnie.
Da buon agitprop, l’opera di disinformazione non sarebbe infine completa senza l’inserimento di una “c” nel nome della casa editrice (“Odradeck”, un caso di ipercorrettismo, come quelli che scrivono “smockings” e “beatnicks” per consolidare il proprio credito in fatto di competenza linguistica?), senza averne spostato la sede da Roma a Milano (evidentemente il pensiero là gli correva) e senza aver strappato ottanta pagine esatte dal volume (che è di 287 pagine e non di 207).

 

 

Recensione di A. Scarabelli su Antarès, 05/2013, p. 71.

 

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