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                |  | Mauro ValeriSTARE AI GIOCHI
 Olimpiadi tra discriminazioni e inclusioni
 
 pp. 
                    240 € 18,00 formato 14,5 x 21 illustratoCollana Fuorilinea
 ISBN 978-88-96487-20-4 << 
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                |   dalla quarta di copertina                   Ora, donne, neri, disabili, trans- e intersessuali, musulmani ci stanno. Ma leOlimpiadi moderne non erano per loro, nonostante la Carta olimpica proclamasse «La pratica dello sport è un diritto dell’uomo. Ogni individuo deve avere la possibilità di praticare lo sport secondo le proprie esigenze», «senza discriminazioni di alcun genere». Yelena Isinbayeva, Usain Bolt, Oscar Pistorius, Caster Semenya, Hassiba Boulmerka non avrebbero potuto gareggiare ad Atene 1896.
 Tuttavia, il diritto di ogni diversità ha avuto un lento e faticoso riconoscimento e si è imposto progressivamente in un ambiente, quello dei Comitati Olimpici, fin dall'inizio razzista, sessista e intollerante per ogni scostamento dal modello del “maschio, bianco, normodotato, eterosessuale e cristiano” assai caro all’élite occidentale e al mondo militare, veri padrini dell’Olimpismo moderno.
 In questo libro vengono esaminati cinque tipi di discriminazioni presenti nella storia olimpica: la discriminazione di genere, quella razziale, quella verso le persone con disabilità, quella nei confronti delle persone transessuali e intersessuali e quella religiosa.
 Inoltre, selezionate biografie permettono di ricostruire una storia parallela dei Giochi, che affianca quella ufficiale, troppo spesso rappresentata in maniera edulcorata e lineare, laddove invece sono molte e fondamentali le discontinuità.
 Una storia che vuole ridare dignità a chi è stato escluso (e continua ad esserlo) dai Giochi, in nome di una visione del mondo e dell’essere umano che non ha senso nello sport così come non lo ha nella vita quotidiana.
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                | Mauro Valeri (Vittorito 1960), sociologo e psicoterapeuta, dirige l’Osservatorio sul razzismo e l’antirazzismo nel calcio. Ha pubblicato La razza in campo. Per una storia della rivoluzione nera nel calcio, Edup 2005; Black Italians. Atleti neri in maglia azzurra, Palombi 2007; Nero di Roma. Storia di Leone Jacovacci, l’invincibile mulatto italico, Palombi 2008; Che razza di tifo. Dieci anni di razzismo nel calcio italiano, Donzelli, 2010. Per Odradek ha pubblicato Negro, Ebreo, Comunista. Alessandro Sinigaglia, venti anni in lotta contro il fascismo,  2010. Docente di Sociologia delle Relazioni Etniche all’Università “La Sapienza” di Roma.
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                | Una bella intervista a Mauro Valeri di Lanfranco Palazzolo  per Radio Radicaleo. qui Ancora un'intervista di Lanfranco Palazzolo a Mauro Valeri su La Voce Repubblicana qui 
                    
                      | RECENSIONI  Olimpiadi: cinque cerchi al bando di Daniele Barbieri
 Bellissima la frase della Carta Olimpica che Mauro Valeri pone in apertura del suo libro: «La pratica dello sport è un diritto dell'uomo. Ogni individuo deve avere la possibilità di praticare lo sport secondo le proprie esigenze». Ma subito Valeri chiarisce che questo fondamentale principio «contiene una verità e nasconde un imbroglio».
 L'atletica è la regina dei giochi olimpici. Fra un mese vi entusiasmerete per le imprese di Usain Bolt, della “zarina” del salto con l'asta Yelena Isinbayeva e forse di Oscar Pistorius, della giovane sudafricana Caster Semenya e di qualche emula della mezzafondista algerina Hassiba Boulmerka che nel '92 trionfò sui 1500. Sarà bene ricordare che nessuno fra loro avrebbe potuto partecipare alle prime Olimpiadi dell'era moderna e a molte delle successive. In «Stare ai giochi» (Odradek: 238 pagine per 18 euri) con il sottotitolo «Olimpiadi fra discriminazioni ed esclusioni», Mauro Valeri racconta di 5 cerchi che invece di saldare la fratellanza furono catene: oggi alle Olimpiadi donne, non bianchi, persone disabili e trans-sessuali sono presenti e nessuna esclusione si basa su motivi religiosi. Ma questa splendida eguaglianza dei diritti e universalità delle presenze è stata terreno, negli ultimi 120 anni, di dure battaglie politiche e culturali, di splendide pagine e di altre vergognose nè si può dire che queste discriminazioni siano sconfitte per sempre.
 Il libro di Mauro Valeri è dunque costruito su cinque problematici cerchi. Si parte con le discrininazioni di genere, raccontando la ferma opposizione del barone De Coubertin e del Cio (il Comitato olimpico internazionale) che sarà interamente maschile fino al 1981. Dal dimenticatoio Valeri recupera le storie stupende di Florence Cave ai Giochi di Londra del 1908, i pregiudizi scientifici (le donne che corrono non possono aver figli, invecchiano prima ecc) o le squalifiche per le atlete del salto in alto che adottano lo scandaloso stile ventrale invece di quello “a forbice”. Se il nome dell'olandese Fanny Blankers-Koen (4 medaglie d'oro a Londra nel 1948) adesso dice poco vi fu chi allora giurò che lei era – con madame Curie, Maria Montessori e Katherine Mansfield – una delle 4 donne più importanti dei primi 50 anni del Novecento. Se pure oggi in alcuni Paesi (Arabia Saudita in testa) alle donne resta vietato di gareggiare sembra difficile che, a livello olimpico, si possa tornare indietro. Discorso analogo per la discriminazione razziale: una lunga storia di esclusioni occulte o palesi, di vendette (esattamente 100 anni fa contro Jim Thorpe colpevole di essere un pellerossa) che non è più pensabile, pur se gli ostacoli restano in partenza un po' più alti per i non bianchi anche nello sport.
 Assai diverse – e solo in parte risolte - le discriminazioni olimpiche verso le persone con disabilità, quelle nei riguardi di transessuali e intersessuali e per questioni religiose: questioni complesse che Valeri spiega benissimo.
 Di recente il calciatore Cassano ha avuto parole pesanti contro gli omosessuali. Si stupirebbe, leggendo questo libro, dell'assenza di un sesto cerchio a discriminare i gay. Essendo le preferenze sessuali un fatto strettamente privato, le persone omosessuali non sono state discriminate nelle Olimpiadi... soprattutto se evitavano di dichiararsi. Così campioni e campionesse gay figurano da sempre nel medagliere olimpico come, con buona pace di Cassano, nelle nazionali di calcio.
 Pubblicato il 19 giugno sull'Unione Sarda  |    INDICE Premessa Discriminazione di genere	 Escluse, ma ribelli	Trionfi marginali
 Una modesta apertura
 La rivoluzione in acqua
 Il barone dispiaciuto
 Milliat vs. de Coubertin
 Finalmente l’atletica leggera e la ginnastica
 Femminilità e mascolinità
 Le donne di Berlino
 La mamma volante
 Oltre il 10%
 Il caso ungherese ai Giochi
 Afroamericane e sovietiche
 La primavera della Libellula Boema
 Doping di Stato e salti proibiti
 Oltre il 20%
 Quote rosa
 Ottantotto anni dopo Stamata Revithi
 Un nuovo passo verso l’uguaglianza
 Il coraggio della Boulmerka
 La Dichiarazione di Brighton
 Novità nazionali
 Fuori i Talebani
 La lotta ad Atene
 La riduzione del distacco
 Verso Londra 2012
 Discriminazione razziale	 I due volti della discriminazione: esclusi o super-atleti	Pionieri olimpionici dalla pelle scura
 Vincitori naturali da indagare
 I primi ori individuali
 Midnight Express
 Tutto merito della natura?
 Andare o no a Berlino?
 I magnifici dieci
 La gerarchia ribaltata
 Arrivano i sovietici
 La prima crisi del mito
 La corsa di Abebe Bikila
 Il caso Sud Africa
 Tornano le vittorie e le teorie razziste
 La calda vigilia del ’68
 I pugni di Città del Messico
 Il ’68 in pista
 Il ’68 africano
 I bianchi possono vincere
 Il boicottaggio africano
 Vittorie contro il razzismo
 La finale dei 100 metri per “soli neri”
 La resistenza nera e delle teorie razziste
 L’emergere dell’Africa
 Crisi afroamericana e supremazia africana
 La grande speranza bianca?
 I ribelli e arrabbiati giamaicani
 Quote bianche e mondo meticcio
 La discriminazione multipla: di genere e razziale Escluse due volte	Esordio con medaglie
 Poche ma vincenti
 La regina di Roma
 Un fulmine chiamato Wyomia
 La lunga crisi
 Una generazione da podio
 Conferme e novità
 L’emergere di altri mondi e il sorpasso
 
 Discriminazione verso le persone con disabilità	 Discriminazione omissiva	Esordi olimpici
 De Marchi e i due Giochi
 Ring e piscina
 Sport riservati
 Ancora sul podio più alto
 Sposi e regine
 Tutta un’altra storia
 Gli altri Giochi di Roma
 I doppi Giochi di Tokyo
 L’ambiguità del CIO
 Toronto per tutti
 Quante ruote deve avere una carrozzina?
 Giochi paralleli
 Solo per i migliori
 Il riconoscimento del CIO
 La forza delle donne
 Scandali e modelli da prendere ad esempio
 Problemi di classificazione
 Il “caso Pistorius” (primo e secondo atto)
 La Convenzione sui diritti delle persone con disabilità
 Il “caso Pistorius” (terzo atto)
 Immagini
 Discriminazione nei confronti delle persone transessuali e intersessuali	 Kallipateira e il test di femminilità	Pettegolezzi olimpici
 Atlete non olimpiche che cambiano sesso
 Il primo “imbroglio sessuale” olimpico
 I sospetti sopra Berlino
 La situazione si complica
 La svolta del 1952
 Imbroglioni o discriminate?
 Nuovi test, nuove vittime
 Generazioni colpevoli (a loro insaputa) e prove d’orgoglio
 Il “caso Raskind/Richards”
 I diritti della principessa e quelli delle persone lgbti
 Coming out
 No alle Olimpiadi Gay
 Il caso Patino
 Il CIO ci riprova, ma poi si arrende
 I primi Giochi aperti alle persone transessuali
 Transfobia e discriminazione
 Intersessuali ancora discriminati
 I casi Jelimo e Semenya
 Immagini
 Discriminazione religiosa	 La religione olimpica	La domenica dei cristiani
 Momenti di gloria e ripensamenti
 Ebrei, tra giochi e persecuzione
 I segni fisici dei Sikh
 La barba dei musulmani
 Minacce, divieti e compromessi verso le donne
 La negativa influenza della religione
 L’hijab olimpico di Atene
 Stilisti musulmani e grandi marche
 L’ambiguità di Pechino
 Il calcio vietato
 Ramadan olimpico 2012
 Bibliografia Indice dei nomi	 |  |   
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