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Alberto Gianquinto
Arte astratta,
tra politica e storiografia
Dei suoi quattro modi di essere.

con quaranta tavole a colori

ISBN 978-88-96487-35-8

pp. 60 € 20,00

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dalla quarta di copertina

L’arte astratta è stata coinvolta in modo contingente nella politica degli anni della guerra fredda, ma anche in termini più costitutivi dalla crisi generale della storiografia, fatto che ha portato con sé una evidente perdita di vista degli indirizzi e del senso della raffigurazione pittorica, col risultato di semplificare l’“astratto” in un unicum senza più le sue ombre distintive.

L’area della cosiddetta “entartete Kunst” – l’“arte degenerata”, così definita ad uso politico dal regime nazista – che coinvolgeva più o meno quasi tutta l’arte contemporanea post-impressionista, venne poi in un certo senso presa ancora una volta in considerazione politica, ma rovesciando positivamente il valore di quell’asserzione, in quanto modo di opposizione agli stili e alle forme del “realismo socialista”, negli anni della “guerra fredda”. Un’arte riproposta, riconsiderata e rovesciata, soprattutto, nel tentativo di creare, assieme a movimenti di altre nuove avanguardie, una barriera di egemonia politico-culturale, organizzata allo scopo di liquidare il potere di aggregazione che quel realismo aveva e avrebbe potuto ancor più avere. Arte non figurativa (dunque astratta), come antitesi al realismo socialista.

L’identificazione dell’arte non figurativa come genericamente arte astratta è sommaria e confonde in un unico insieme l’astratto-concettuale (p. es. di Ad Reinhardt), l’astratto-mentale (p. es. di Marcel Duchamp), l’astratto-puro di Vasilij Kandinskij o di Piet Mondrian e quello che può essere definito l’astratto simbolico del segno di Francis Bacon.

 

Alberto Gianquinto (Pirano, 1927) allievo di Ugo Spirito e di Guido Calogero, è stato docente alle Università 1 e 2 di Roma. Ha approfondito studi di economia a Berlino, Otto Suhr Institut. Pubblicazioni principali in campo scientifico: La filosofia analitica, Feltrinelli 1961; Metalogica e calcolo, La Goliardica, Roma 1966; Critica dell'epistemologia. Per una concezione materialistica della scienza, Marsilio, Padova 1971-19802; Il realismo e l'"oggetto" scientifico (con G.I. Giannoli), Roma 1982; Storia e scienza, Milano 1985; Introduzione alle metodologie della scienza (con G.I. Giannoli), 1992; Sul senso della storia, Odradek, 2009; L'arte e la critica, 2013. Ha curato inoltre il documentario Renzo Vespignani. Ricordare con le mani (regìa G. Latini). Molta la sua attività in campo artistico-letterario (in proposito vedi), dove ha vinto un premio nazionale di poesia.

 

 

 

 

 
 
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